Nel mondo duale nel quale viviamo, la conoscenza avviene attraverso gli opposti: si conosce il caldo, perché esiste il freddo; si fa esperienza del bene, perché c’è il male; si distingue la luce, perché si percepisce l’ombra.
Tutte queste coppie di opposti, insieme a infinite altre, ci permettono di fare esperienza di questo piano di esistenza e, se le osserviamo con attenzione, possiamo scoprire che anche le facce “negative” della medaglia hanno molto da insegnarci.
L’essere umano, infatti, impara nelle difficoltà molto più che nei periodi in cui tutto va bene. Perché, infatti, se le cose filano lisce, si dovrebbe complicarle, magari lavorando su aspetti di sé con i quali non si ha voglia di confrontarsi e che possono tranquillamente rimanere ancora sotto al tappeto?
Tuttavia, se vogliamo crescere spiritualmente, la risposta a questa domanda dovrebbe andare al di là di un semplice “Infatti!”…
Gli archetipi, chiaroscuri dell’esistenza
Secondo la Numerologia Pitagorica, tutti gli archetipi che presiedono ai diversi aspetti della nostra vita possono vibrare in luce o in ombra.
Questo significa, ad esempio, che se tra i numeri di una mappa è presente l’1, archetipo del Guerriero, le caratteristiche che evidenzierà saranno la forza, il coraggio, la determinazione, la leadership, la protezione verso gli altri, l’affidabilità, la capacità di stare da solo e molto altro. Ma se al posto di vibrare in luce, l’1 fosse in ombra, diventerebbe l’archetipo del Ribelle, quindi perderebbe centratura, equilibrio ed autostima, dimostrando un continuo bisogno di approvazione da parte degli altri, tra le altre cose.
Quando si parla di ombre o di sfide, la diffidenza nasce spontanea. Si tende a non pensarci o addirittura a rifiutare quegli aspetti di noi che risuonano con le caratteristiche dell’archetipo in ombra. Eppure quando ci troviamo a tu per tu con le nostre sfide, non dovremmo averne paura, ma considerarle come alleate che ci permettono, paradossalmente, di fare luce su quei lati di noi che sono da lavorare. E un lavoro ben fatto significa crescere in consapevolezza e fare quel “salto di ottava” che trasforma un 1 in un 10, cioè in un Guerriero consapevole, di livello superiore, ragionamento applicabile a ogni archetipo.
Non è possibile sconfiggere le ombre, perché altrimenti non ci sarebbe più nulla su cui lavorare e l’esperienza terrestre potrebbe terminare, ma è possibile – anzi, necessario – saperle riconoscere, quando si avvicinano, e imparare a osservarle, a soppesarle, a scrutarle per vedere come si muovono e – soprattutto – ci fanno muovere, fino ad arrivare a gestirle in modo tale che nella vita la quantità di luce sia sempre maggiore, rispetto a quella dell’ombra.
Il Satsang, lo stare insieme yogico
Venerdì 15 novembre 2024, alle 19.45 presso lo studio Shakti/Vita da yoghina di Fossano (Cuneo), durante il Satsang condotto da Annalisa Mellano parleremo di Divālī, la festa indiana dedicata alla vittoria della luce sull’ombra e ci soffermeremo a osservare proprio l’ombra sotto un punto di vista diverso e meno demonizzante.
Ma parleremo anche di musica a 432 Hz, la frequenza della natura, e del significato degli archetipi che ne compongono la sequenza numerica, la cui somma è 9 e il cui archetipo, quello del Liberatore, è ben impersonato dalla figura mitologica di Orfeo, non a “caso”, artista e musicista.
Alle 18.30, per disporci al meglio alla partecipazione a questo Satsang, denso di argomenti, Cristiana Marengo ci aspetta per condurci nella profondità della meditazione.
Vi aspettiamo!
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