L’ombra della banca 

“Come sopra – così sotto, come sotto – così sopra. 
Come dentro – così fuori, come fuori – così dentro. 
Come nel grande – così nel piccolo.”

Ermete Trimegisto

Un giorno, Maria si accorge che un investimento fatto alcuni anni prima dovrebbe essere appena scaduto, senza che lei abbia ricevuto nulla sul conto corrente. Maria non è interessata a rischiare, le interessa solo che i soldi – che, molto più dell’astratta entità della moneta elettronica, sono energia – girino senza rimanere sul conto corrente e la sua conditio sine qua non è che il capitale, a scadenza, le venga restituito integralmente. 

Tuttavia, nonostante il fatto che cinque anni prima fosse stata estremamente chiara su questo punto e che avesse investito così altre volte, scopre che la sua consulente di allora non ha rispettato la sua richiesta e ha investito sciattamente i suoi soldi, tanto che il capitale è stato intaccato. 

La consulente è ora in pensione e il direttore e la collega presenti in quel momento cercano di rabberciare la situazione: Maria sa di avere le sue responsabilità, perché ha firmato, ma lo ha fatto in buona fede, come dimostra il suo pluridecennale rapporto con la banca, durante il quale il suo profilo di rischio è sempre rimasto pari a zero e non sono mai stati fatti investimenti che mettessero a rischio la cifra investita. Maria fa presente di sentirsi truffata e l’impiegata davanti a lei annuisce, con una palese comprensione negli occhi. 

Tuttavia, mentre ascolta i due bancari assicurarle che ha perfettamente ragione, ma che loro non possono fare nulla (cioè, non vogliono fare nulla), Maria si rende conto del modo in cui l’ombra agisce attraverso le persone, a tutti i livelli, compreso quello di una banca di provincia.

L’azione dell’ombra sulla vita quotidiana

Le persone che lavorano in quella banca sono perfettamente consapevoli del modo fraudolento nel quale agiscono, ma pensano di non poter rettificare il loro comportamento, perché altrimenti sarebbero declassate o perderebbero addirittura il posto di lavoro. Agiscono spinti da un impulso di autoconservazione e dal desiderio di essere gratificate da un ente, l’istituto bancario, che li considera solo numeri al loro servizio e che non avrebbe alcun moto di pietà nel rimpiazzarli da un momento all’altro. Sono pedine e come tali agiscono, perché l’importante è che “l’ente” sia soddisfatto del loro lavoro e che non li “punisca”, ma anzi, li promuova o aumenti loro lo stipendio. E non ritengono che le conseguenze cagionate agli altri li riguardino…

Quando le propongono un investimento decennale per recuperare la cifra estortale, Maria risponde che quella banca, come le altre, non esisterà più tra dieci anni, perché sa che i rapporti basati sulla truffa sono destinati a estinguersi nel nuovo mondo, in parte del quale non esisteranno più persone che desiderano rapportarsi agli altri con una frequenza così bassa

Sarebbe bastato poco per rettificare la situazione: sicuramente, la banca ha un’assicurazione che copre la sciatteria di certi dipendenti, ma, in questo mondo, ancora troppo pochi si assumono la responsabilità dei loro comportamenti. Infatti, se Maria non può incolpare chi cinque anni prima nemmeno c’era, non può fare a meno di pensare che dovrebbero essere le persone presenti oggi a rettificare gli errori fatti, ieri, dai loro colleghi. 


Come nel piccolo, così nel grande

Quando si è inclini a certi comportamenti, le entità oscure presenti sulla Terra banchettano con la paura e con le emozioni basse delle persone. Questo accade ovunque: che si tratti di una banca di provincia o di Bruxelles, il desiderio di potere e quello di servitù obnubilano la mente superiore, chiudono il cuore e rendono impenetrabili alla compassione. Oggi, siamo arrivati a un punto in cui tutto questo non potrà andare avanti ancora per molto. 

Le entità che governano il mondo lo fanno attraverso scagnozzi che si infilano nelle maglie larghe di aure sbrindellate. 

I politici al governo negli ultimi decenni, schiavi di entità che sussurrano loro all’orecchio come agire, hanno fatto degli ossimori il loro mantra. E la popolazione – la maggior parte della quale dorme un sonno profondo – non può fare a meno di credere a tali ossimori. 

Le persone in tutto il mondo vengono destabilizzate con una tattica molto semplice, cioè lasciandosi convincere che il bianco sia nero, che la guerra sia pace, che la miseria sia ricchezza, che la salute sia malattia, che il freddo sia caldo.

E questo avviene attraverso la grande manipolazione dei media. 

Come diceva il regista francese Jean Luc Godard, “La televisione non è fatta per comunicare, è fatta per trasmettere degli ordini”. E così anche i giornali, i social network, le radio, il cinema fanno lo stesso. E continuano, giorno dopo giorno, finché, a una a una, le menti più deboli cedono e credono a tutto quello che viene mostrato loro, anche se in palese contrasto con la realtà che vedono, uscendo semplicemente di casa.

Ogni volta che un politico prende una decisione contro la sua popolazione, ammantandola di giustizia, o che un giornalista mente sapendo di farlo, essi sprofondano nel baratro, dimentichi che i loro padroni non se ne curano e non manterranno alcuna delle promesse fatte per farsi ubbidire.

Gli occhi a tratti vacui, a tratti cattivi di chi governa, le decisioni prese contro intere fasce di popolazione (con la scusa di farlo per il bene di “tutti”), lo sdoganamento di turpitudini come quelle commesse contro i bambini (si veda – ad esempio – l’accettazione della pedofilia ad opera di politici in tutto il mondo) segnano oggi un punto di non ritorno. 

Eppure, in tutto questo, la soluzione c’è ed è anche semplice

Basta dire “no”. 

No a chi vuole convincere la gente che per fermare una guerra si debbano inviare armi; a chi “concede” briciole di finta libertà, se si cede all’utilizzo di un pass; a chi esclude cittadini onesti dalla società, ma pretende da loro il pagamento delle tasse; a chi vuole disporre del corpo degli altri, additando come malate persone sanissime; a chi finge di lasciare un Paese unito; a chi lusinga con menzognere regalie, preparando una prigione dalla quale sarà impossibile fuggire; a chi finge di dimenticare che l’uomo è un essere divino, capace di imprese meravigliose e di grande empatia; a chi vuole che la gente continui a dormire nella paura e nell’incertezza. 

Basterebbe spegnere la tv e abbandonare la finta informazione (e la finta contro-informazione) dei giornali e degli altri media, per tornare a “sentire”, a vivere, a recuperare la propria energia e la propria empatia, a ricominciare a pensare con la propria testa e a imparare col proprio cuore, al posto di demandare a entità esterne il proprio potere personale. 

Sarebbe il più bel regalo di Natale. 

E anche il più importante che ci si potrebbe fare per iniziare un anno che fosse “nuovo” davvero. 

Chiara

Pubblicato la prima volta il 21.12.2022 sul blog di Energie Alchemiche

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