Numerologia

Come riconoscere la Verità in ciò che ci circonda

Non troverai mai la verità, 
se non sei disposto ad accettare
anche ciò che non ti aspettavi di trovare

Eraclito

Siamo arrivati a un punto nel quale, sul pianeta, convivono due realtà parallele: quella di chi vede solo ciò che viene mostrato dai media e dai sensi fisici, e quella di chi “vede” la realtà per quello che è

La dualità tra chi “è assopito” e chi è vigile si riscontra a tutti i livelli, dal micro al macro. La vediamo nella politica, nello spettacolo, nei social media, così come negli ambienti che frequentiamo ogni giorno, dall’ufficio al bar, dal supermercato al cinema, dalla casa alla scuola. 

Le persone che, guardando lo stesso panorama “osservano” cose diametralmente opposte, oggi, convivono nei medesimi spazi. Quello che è cambiato, rispetto al passato, è che non si tratta più solo di avere opinioni differenti sugli argomenti e sugli avvenimenti, ma di riuscire o meno a sbirciare tra le maglie dell’apparenza, di essere in grado o meno di avvertire che la Verità è ben lontana da quello che mostrano TV e giornali. E di avvertire quel fuoco che monta quando si assiste a taluni fatti o si ascoltano talune notizie, che altri osservano con apatia, tornando subito alle loro faccende.

Tutto questo genera, in chi inizia ad accorgersi della grande presa in giro, un enorme subbuglio emotivo. All’improvviso, non poter più credere ciecamente nella “scienza” (o, meglio, nello scientismo dilagante) o nello sbarco sulla Luna (finte verità che abbiamo sentito fin da bambini, la cui ossessiva ripetizione ci ha portato a ritenere reali) destabilizza e crea confusione. 

Di chi ci si può fidare allora, quando si capisce di essere stati preda della sindrome di Stoccolma ad opera dello stato (volutamente minuscolo) che da padre buono è divenuto (o è sempre stato) pessimo patrigno?

Che dire, infatti, di chi proclama che bisogna “credere nella scienza”, aprioristicamente? La scienza è dubbio, è prova, è verifica e, ancora, è sbaglio e rettifica; ciò in cui crediamo senza bisogno di dimostrazione, perché lo sentiamo, è Dio, mentre “credere alla scienza” ha un nome ben preciso. Si chiama “scientismo” ed è la vera malattia che dilaga oggi, perché ha svilito la vera Scienza. 

A scuola, abbiamo imparato che l’America è stata scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492, quando è ormai acclarato come fossero almeno due secoli (ma le fonti parlano di molto prima) che alcuni Paesi europei vi si recavano regolarmente per depredarla, finché, a furia di incontrarsi sulle rotte note, non decisero di spartirsi la torta alla luce del sole.

Ci hanno insegnato che le Piramidi sono tombe, anche se non hanno mai trovato cadaveri o mummie, ma solo una  vasca, ingenuamente (o forse non così ingenuamente) scambiata per un contenitore per il sarcofago. A questo proposito, gran parte della verità è stata scoperta oggi da Corrado Malanga, chimico e ricercatore che ha spiegato con dovizia di particolari chi ha realizzato e a cosa servivano le piramidi, nel suo volume “Cheope, la fabbrica dell’immortalità” (ed. Spazio Interiore, 2022) e in alcuni video su YouTube.

La verità c’è, per chi la sa cercare: è esposta, è sotto gli occhi di tutti, ma non tutti la vedono, perché molti hanno un “velo” sugli occhi e sulla coscienza. Accade a chi pensa di aver ragione, aprioristicamente, a chi non sa ascoltare, a chi è convinto che in democrazia abbia ragione la maggioranza, a chi non sa percepire i tagli sulla tela attraverso i quali filtra la Luce

COME RICONOSCERE LA REALTÀ

Nasce quindi spontanea una domanda: se non ci si può fidare di ciò che gli occhi vedono e il cervello processa, allora su cosa potremo basare la nostra conoscenza di ciò che ci circonda?

Per prima cosa, dobbiamo considerare che di ogni cosa, esistono diversi livelli di esperienza, che vanno dal materiale allo spirituale. Ne abbiamo parlato nell’articolo sulle fiabe e sui film. 

Per arrivare alla vera conoscenza, dobbiamo sforzarci di utilizzare un altro organo di conoscenza, diverso da quello che ci hanno sempre indicato: non il cervello, ma il cuore, che riceve le sue informazioni dalle intuizioni, di cui abbiamo diffusamente parlato qui

L’intuizione arriva dall’alto, non sbaglia mai e viene percepita dal cuore, nel petto. Qui, avvengono i miracoli. La scoperta recente che, nel muscolo cardiaco, si trovino cellule cerebrali non è che l’ennesima conferma che un certo tipo di conoscenza passa proprio da lì. Come abbiamo già affermato, il corpo mentale è importantissimo, ma la sua parte inferiore/razionale (utile, ad esempio, per studiare, memorizzare, calcolare, ricordare dove abbiamo messo le chiavi dell’auto) tende a boicottare le intuizioni, nel nome della zona di confort. Quello a cui bisogna appellarsi è il corpo mentale superiore, che fa da tramite proprio tra i messaggi dell’anima (le intuizioni) e la ricezione del cuore. Quando sentiamo – per una frazione di secondo – che qualcosa è giusto per noi, prima che entri in gioco la “mente che mente”, allora quella è l’indicazione da seguire. Sempre.

Ci vogliono allenamento e pulizia energetica fisica, mentale, emozionale e spirituale per essere in grado di distinguere un’intuizione da un’indicazione che arriva, ad esempio, dalla paura, uno dei motori più forti che abbiamo. 

In questo modo, si imparerà a usare questo “organo” nel modo giusto, cioè soprattutto per entrare in contatto con la Verità, quella più alta e spirituale, che non si raggiunge certo con il cervello. 

Se vuoi scoprire come puoi operare la pulizia che ti permetterà di ascoltare il cuore, se lo senti giusto per te, puoi provare, tra le altre, le tecniche olistiche del Theta Healing®, del Reiki, della Numerologia, che ti aiuteranno a capire come accedere alla tua parte più profonda e all’intuizione, per usarla sempre.

Chiara